La sconfitta all’esordio contro il Como non ha fatto male per il fatto in sé di non essere riusciti a partire con il piede giusto, ma ha indispettito il mister per l’atteggiamento della squadra in campo
L’estate non è ancora finita, ma per quante ne sono accadute in casa Lazio sembra di essere già a Natale dopo 4 mesi di campionato. Invece, per fortuna, i biancocelesti hanno perso domenica scorsa soltanto la gara d’esordio della nuova stagione e hanno tutto il tempo per ripartire e cercare di essere più protagonisti possibile almeno sul campo, dopo essere letteralmente spariti fuori dopo il blocco del mercato che ha congelato le entrate impedendo così alla società di rinforzare la rosa affidata a Sarri.

Dopo tre mesi, domenica sera la Lazio torna a giocare sul prato dell’Olimpico dopo la clamorosa sconfitta subita nell’ultima giornata del campionato scorso contro il Lecce, che di fatto ha impedito ai biancocelesti di disputare le competizioni europee dopo otto anni consecutivi. In questi tre mesi, anche se il pallone non è rotolato in via ufficiale, tante sono le cose accadute nell’ambiente che hanno reso elettrica l’attesa. La pesante penalizzazione del blocco del mercato imposta dalla federazione ha finito per esasperare del tutto i rapporti tra la gente e la gestione del presidente Lotito in un clima di contestazione sempre più acceso, che non ha impedito però a quasi 30mila tifosi di sottoscrivere l’abbonamento, un segnale fortissimo di attaccamento da parte della gente laziale.
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La sconfitta con il Como non è piaciuta
Il ritorno di Maurizio Sarri, salutato come unico segnale positivo in una grigia estate, non è stato bagnato da una prestazione positiva della squadra a Como nella gara d’apertura della nuova stagione. Una prestazione che non è piaciuta a nessuno, non per la partita persa in sé. che con i nuovi ricchi del Como, lanciati verso una crescita sia tecnica che societaria piuttosto impetuosa, ci può stare, ma per l’atteggiamento troppo arrendevole soprattutto nel primo tempo in balia delle folate offensive degli uomini di Fabregas.

Sarri aveva battuto molto sul tasto motivazionale cercando di stimolare l’orgoglio giusto da parte dei calciatori davanti a delle oggettive difficoltà societarie che hanno impedito di fatto di acquistare nuovi giocatori, ma il risultato è stato quasi l’opposto. “Per i primi 45′ tutti i palloni riconquistati sono stati del Como, per questo è difficile uscire indenni. Spero che questa sia stata solo una giornata no, perché a causa errori tecnici e scelte discutibili, è stata una brutta partita. Non abbiamo fatto niente di quello che abbiamo deciso di fare e in fase possesso non siamo stati affatto all’altezza dei nostri avversari”, parole chiarissime quelle del tecnico toscano che hanno evidenziato il reale problema, quello di un atteggiamento completamente sbagliato. Ecco perchè, nonostante da più parti si spinga per un cambio modulo che possa dare più equilibrio e maggiori certezze alla squadra, Sarri sembra aver preso tutta un’altra decisione.
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Ecco la decisione di Sarri
Tutti alla Lazio sapevano che il Sarri bis sarebbe stato caratterizzato dal suo “solito 433”, soltanto che il blocco del mercato ha di fatto impedito alla società di portare quella mezzala sinistra che il mister ha chiesto fin dalle sue prime parole da nuovo allenatore della Lazio. Per tutto il precampionato, amichevoli comprese, il tecnico toscano è andato alla ricerca della soluzione migliore per surrogare questa mancanza, dando molta fiducia a Dele Bashiru partito quasi sempre titolare, compresa la prima gara ufficiale a Como, ma sempre con risultati poco convincenti. Alla Lazio serve soprattutto fantasia dalla cintola in su, serve qualcuno in grado di imprimere un cambio di passo, un’ accelerazione, nell’attesa che anche uno come Zaccagni torni a esprimersi come nella prima parte della passata stagione. Ecco perchè, piuttosto che a un cambio modulo che manderebbe all’aria comunque oltre due mesi di allenamenti specifici, il mister sta pensando a cambiare qualche interprete del 433.

Potrebbe avere una chance come esterno destro Tijjani Noslin perchè l’olandese, in attesa che Isaksen recuperi completamente dal virus della mononucleosi, sembra avere caratteristiche più varie e meno monocordi dello stesso Cancellieri, che comunque si era messo anche piuttosto in luce durante tutte le amichevoli estive. Sarri poi sta pensando anche a lanciare Reda Balahyane dal primo minuto, ma non come centrale di centrocampo, dove dovrebbe esserci il ritorno di Rovella, ma come mezzala, ruolo dove lo sta impostando fin dai primi allenamenti a Formello, geometria, quantità e qualità al servizio della squadra. Poi c’è anche la carta Pedro che potrebbe regalare una fondamentale iniezione di velocità, dribbling e fantasia a una squadra apparsa troppo spenta e monocorde, soprattutto perchè il Verona arriverà a Roma con il chiaro intento di “primo non prenderle”. Insomma il Comandante sta preparando una vera e propria rivoluzione silenziosa con 5/6 cambi rispetto alla squadra schierata dal primo minuto a Como.