Attraverso un sondaggio pubblicato sui social, è arrivata una risposta netta, che non lascia adito ad interpretazioni e a giudizi contrastanti
II consenso del presidente Lotito agli occhi dei tifosi biancocelesti ha raggiunto il livello più basso, da ventuno anni a questa parte. Un rapporto mai decollato, che nel corso degli anni ha scatenato contestazioni, manifestazioni, proteste allo stadio, di fronte alle sedi politiche ed istituzionali. Da anni i sostenitori biancocelesti manifestano il proprio malcontento, auspicando un netto cambio nella gestione del club.
L’estate del 2024 più di diecimila persone scesero in piazza per manifestare il proprio disappunto: la Lazio era reduce da una stagione difficile, chiusa al settimo posto e con l’addio di Maurizio Sarri a metà stagione. Anche il suo sostituto, Igor Tudor (attuale tecnico della Juventus) aveva deciso di mollare e il club aveva ripiegato su Marco Baroni. Ai dubbi legati alla poca esperienza della guida tecnica, si erano aggiunti quelli dettati dalle operazioni di mercato realizzate e che non convincevano l’ambiente. Nel giro di pochi mesi la Lazio passava da Sarri, Immobile, Luis Alberto, Felipe Anderson e Milinkovic Savic, a Baroni, Dele Bashiru, Dia, Castrovilli e Noslin.
La contestazione e il messaggio al mondo politico
A distanza di un anno e dopo un altro settimo posto in classifica (con annessa esclusione dall’Europa), i tifosi biancocelesti sono scesi ancora in piazza. Ai dubbi sul futuro e alle perplessità, si è aggiunta la batosta legata al superamento dei tre indici di liquidità e al blocco del mercato. Una situazione insostenibile che ha acuito la protesta. Che, è giusto ricordarlo, va ben oltre i risultati sportivi. I tifosi della Lazio sono preoccupati: vedono le altre squadre crescere e investire e trovano invece nei biancocelesti l’unica squadra rimasta legata ad un modo di gestire il club antico e probabilmente fuori contesto.
La mancanza di prospettiva, l’idea di non riuscire a fantasticare successi o acquisti roboanti, hanno portato i tifosi della Lazio a scendere nuovamente in piazza. La scorsa estate altri diecimila tifosi hanno manifestato, chiedendo al patron di lasciare la guida del club. La protesta si è estesa al mondo politico. “Voi lo avete messo, voi dovete toglierlo”, lo slogan diretto alle istituzioni. Il rapporto sembra ormai arrivato ad un punto di non ritorno. Anche i trentamila tifosi che si sono abbonati allo stadio, hanno specificato di averlo fatto solo per sostenere la squadra e non certo per appoggiare le scelte societarie.
Una sfida infinita: i motivi che hanno portato i tifosi a criticare Lotito
Lotito sembra anni luce lontano dal pensiero dei tifosi. Nei suoi comunicati traccia una verità di parte, che non sembra minimamente rispecchiare la situazione. Spesso dipinge la sua gestione come un vero e proprio modello da seguire, omettendo però i risultati degli ultimi anni:
- La Lazio è reduce da due settimi posti consecutivi in campionato
- Dopo oltre nove anni non partecipa alle competizioni internazionali
- Non vince un trofeo dal dicembre del 2019, quando alzò al cielo una Supercoppa Italiana
- L’ultimo successo in un derby di campionato risale all’aprile del 2024
- Nei 21 anni di presidenza, solo tre volte il club ha raggiunto la qualificazione in Champions League
- Da due stagioni a questa parte il club ha drasticamente ridotto il monte ingaggi
- Leggendo l’ultima semestrale, la Lazio ha ridotto il proprio fatturato del 25%
- Da anni la Lazio non ha uno sponsor sulle maglie, nonostante la partecipazione in Champions League nella stagione 2023-24
I tifosi del club biancoceleste sono stanchi: e continuano a chiedere un cambio di dirigenza. Secondo un sondaggio comparso sui social, il 100% degli intervistati auspica un cambio di gestione. Alla domanda (apparsa sul profilo di un noto influencer vicino ai colori biancocelesti) “Siete stanchi di Lotito?”, tutti i tifosi che hanno partecipato al sondaggio hanno risposto si. Un dato eloquente di una volontà popolare più volte evidenziata.
Lotito ha ribadito di non aver nessuna intenzione di vendere il club: è il padrone assoluto delle quote societarie e può decidere in autonomia se continuare a gestirla o passarla di mano. Nell’ultimo comunicato, che suonava come una sfida verso i contestatori, si è augurato di “continuare ancora a lungo a guidare la S.S. Lazio con la stessa determinazione e lo stesso senso di responsabilità che mi hanno sempre contraddistinto, continuando in una gestione solida che porterà il Club a operare con forza e stabilità per altri 125 anni di storia”. Parole che hanno aumentato la delusione e la rabbia di un popolo che dopo ventuno anni spera in un cambio drastico.