Stadio, anche la Roma accelera: la mossa dei Friedkin | Cos è successo in Campidoglio

Mentre la Lega di serie A valuta la manifestazione di interesse del fondo Carlyle per entrare nel salotto patrizio del nostro calcio, i club italiani cercano soluzioni per aumentare i ricavi. In primo piano la realizzazione di uno stadio di proprietà che consenta alla società di patrimonializzare nella misura maggiore possibile.

Se la Lazio lavora al sogno Flaminio, quasi una mission impossibile considerata la collocazione dell’impianto, la Roma di Dan Friedkin è decisamente più avanti. Il presidente giallorosso, dopo la marcia indietro sull’impianto di Tor di Valle datata febbraio 2021, ha puntato decisa su Pietralata, location presente tra la Stazione Tiburtina e Via dei Monti Tiburtini, asse che dividerebbe il catino capitolino dall’ospedale Sandro Pertini.

Stadio di proprietà: la Roma accelera | Nuovo step in Campidoglio
La Curva Nord vuota al termine di un match

Come riporta Il Messaggero, l’iter procede spedito, tanto che la capienza della desiderata nuova casa giallorossa, dagli iniziali 55000 posti, sarebbe stata alzata a 65.000. A dimostrazione della volontà degli imprenditori americani di andare a dama, oggi alle 12, l’amministratore delegato della Roma, Pietro Berardi, consegnerà formalmente al sindaco, Roberto Gualtieri – noto tifoso della Roma – lo studio di fattibilità per quello che dovrebbe diventare l’erede dello stadio Olimpico.

Stadio Pietralata: lo stato dell’arte e i tanti nodi da sciogliere

Ovviamente la determinazione non basta per vedere realizzato un investimento di questa portata, soprattutto in una città complessa come Roma. Come riporta Via del Tritone, la strada scelta sarebbe quella della Legge 147 del 2013, meglio nota come Legge Stadi, la stessa utilizzata a suo tempo da James Pallotta e Luca Parnasi. Se così sarà, Trigoria insieme alle carte dovrebbe chiedere anche di indire la Conferenza di Servizi preliminare, da realizzare in Campidoglio. In tal caso scatterebbe il countdown di 90 giorni che la normativa attribuisce al Comune per concludere questi prologhi di natura tecnica, condizioni indispensabili però.

Stadio di proprietà: la Roma accelera | Nuovo step in Campidoglio
Roberto Gualtieri, sindaco di Roma

Due le domande da evadere, interconnesse: esistono motivi ostativi insormontabili e irrisolvibili all’approvazione del progetto?; se la risposta sarà no, si passerà a indicare le prescrizioni di base dei vari Enti cui i proponenti devono attenersi per ottenere il favore al progetto. Una volta esaurita la fase della Conferenza Preliminare, in caso di accoglimento (con o senza prescrizioni) dello Studio di Fattibilità, il verbale della Conferenza sarà il cardine sul quale la Giunta Gualtieri disegnerà una delibera che dovrà superare il vaglio delle varie Commissioni Consiliari competenti – dovrebbero essere Urbanistica, Lavori pubblici, Mobilità, Ambiente, Patrimonio, e, forse, Sport – e del Municipio IV, dove insiste l’area. Se tutto filerà liscio, toccherà ai consiglieri dell’Aula Giulio Cesare dare alla predetta deliberà il timbro del pubblico interesse, senza il quale tutto sarebbe inutile.

La presenza dell’Ospedale Pertini

Il nuovo impianto dovrebbe nascere in un’area non lontana dall’ospedale Sandro Pertini. Ovvio che garantire un facile accesso al nosocomio di Monti Tiburtini resti una condizione imprescindibile, elemento al centro dei colloqui tra lo Studio Gau, incaricata dalla Roma, e il Campidoglio, così come l’assenza di impatto acustico sul complesso legato alla presenza dello stadio. Infine, c’è il problema di alcune aree che già da fine anni Cinquanta furono oggetto di espropri per la realizzazione dello SDO (Sistema Direzionale Orientale), una sorta di città di uffici e servizi che non vide mai la luce. Ovviamente, i proprietari dei suddetti terreni, che ricadono anche sul sito scelto per lo stadio di Pietralata, potrebbero voler indietro le loro proprietà, perché un conto è lo SDO, un conto un impianto che servirebbe a far ricco un privato. Pecunia non olet, gli indennizzi ai suddetti proprietari potrebbero evitare ricorsi la cui fine non è mai certa, né in termini temporali né in quanto a esito.