Lazio, retroscena Milinkovic-Savic | Tifosi sorpresi

Milinkovic-Savic è il fiore all’occhiello della rosa della Lazio e le sue prestazioni, anche in quest’avvio di stagione, sono da incorniciare. Dall’Austria, intanto, giunge un retroscena che riguarda proprio il centrocampista serbo

La Lazio si aggrappa a Milinkovic-Savic e il serbo con la sua qualità sta trascinando sempre più la squadra. Il classe ’95, in quest’avvio di stagione, ha realizzato 4 gol e confezionato 5 assist in 10 presenze tra Serie A ed Europa League: la sua continuità è un fattore e Sarri difficilmente rinuncia al centrocampista.

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Milinkovic-Savic, centrocampista della Lazio (Foto LaPresse)

La Lazio, intanto, domani sera affronterà lo Sturm Graz nel match valido per la terza giornata della fase a gironi di Europa League. Un banco di prova importantissimo per i biancocelesti che devono assolutamente riscattare la brutta sconfitta rimediata contro il Midtylland e ripartite anche in campo europeo.

La cittadina austriaca di Graz, per un dolce scherzo del destino, è stata molto importante per la crescita di Milinkovic-Savic. Suo padre Nikola, infatti, ha militato nel Grazer AK dal 2001 al 2004 e Sergej ha iniziato a giocare a calcio proprio a Graz. 

Lazio, il primo allenatore di Milinkovic-Savic: “Me lo ricordo…”

Milinkovic Savic, centrocampista classe ’95 della Lazio (Foto LaPresse)

Milinkovic, dunque, giovedì tornerà a Graz per affrontare lo Sturm e il suo primo allenatore,  Reinhard Holzschuster, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Kronen Zeitung. Il tecnico, che ha allenato Sergej nel settore giovanile del Grazer AK, ha ricordato: “Sergej era un bravo bambino. Era sempre il più giovane, ma sempre il più alto. Me lo ricordo un po’ infantile e sognatore. Non era certo il più ambizioso a quei tempi. Di lui mi ricordo che non era mai triste quando lo mettevo in panchina o quando lo sostituivo. Sergej amava il calcio e anche il basket”. 

Poi Holzschuster ha aggiunto: “Sua madre era una giocatrice di pallacanestro. Papà Nikola, invece, veniva spesso ad allenarsi e giocava con i bambini. Ad essere sincero, all’epoca non avrei pensato che il figlio di Nikola avrebbe avuto una carriera internazionale. Con Sergej non siamo più in contatto, ma ovviamente continuo a seguirlo anche alla Lazio”.