Milinkovic non convince Pedro: “Panchinaro al Barcellona”

Pedro ha da poco parlato di Milinkovic lodandone le qualità ma mettendo anche in discussione la sua titolarità in eventuali altri club.

Tutto pronto per il ritorno in Europa League della Lazio. La compagine più antica di Roma è pronta per sfidare il Midtjylland nella quinta giornata valevole per la fase a gironi del torneo. All’andata, in terra danese, ad avere la meglio è stata la compagine di Herning che si è imposta per 5-1.

Pedro parla della titolarità di Milinkovic nelle altre squadre
Sergej Milinkovic-Savic – foto ANSA

L’obiettivo di mister Maurizio Sarri e dei suoi sarà perciò quello di ottenere rivalsa. Una vittoria consentirebbe ai biancocelesti di dirigersi verso l’ultimo match, quello previsto per giovedì 3 novembre in casa del Feyenoord, con la giusta carica nervosa.

Pedro durante la vigilia di Lazio-Midtjylland: la frase su Milinkovic spiazza tutti

Peccato, però, che in questo rush finale l’allenatore nato a Napoli ma trapiantato in Toscana dovrà fare a meno del bomber e punto di riferimento Ciro Immobile. Il centravanti è out per alcuni problemi alla coscia sinistra e l’unica alternativa è il tridente leggero.

Pedro parla di Sergej Milinkovic-Savic alla vigilia di Lazio-Midtjylland
Pedro – foto LaPresse

Tridente che ha fatto benissimo contro l’Atalanta in campionato e che si spera possa continuare con questo trend. Mattia Zaccagni, Felipe Anderson e Pedro hanno dato buona prova di sé, il Midtjylland è avvisato. Proprio l’esperto numero nove spagnolo, durante la vigilia della gara, è intervenuto in conferenza stampa per parlare dell’incontro.

L’ex Barcellona in conferenza stampa

La Lazio ha fatto passi in avanti per quanto riguarda la mentalità: “L’anno scorso non avevamo la mentalità di oggi. Abbiamo capito meglio le idee del mister e sono arrivati giocatori importanti a rinforzare la rosa. Stiamo facendo un grande lavoro, giochiamo bene e abbiamo fiducia quando la palla è tra i nostri piedi. Senza dimenticare la crescita difensiva”.

All’Olimpico arriva lo spagnolo Albert Capellas, collaboratore del Barcellona ai tempi di Pedro: “Lo conosco bene visto che era coordinatore e allenatore della Masia al Barcellona. Lo considero una brava persona e un allenatore a cui piace giocare palla a terra. Noi, però, ci teniamo a fare bene. Ci servono punti per andare avanti”.

L’assenza di Immobile è la nota negativa: “Ciro è importante per noi ed è un peccato che non ci sia. Insieme a Felipe e Zaccagni aiuteremo la squadra. Anderson ha giocato alla grande contro l’Atalanta e penso che sia stato il migliore. Immobile attacca di più la difesa, mentre il brasiliano agisce tra le linee e ci permette di fraseggiare di più. Cancellieri sta imparando, lo sprono ad andare avanti e a convincersi delle sue capacità”.

Il Mondiale è alle porte ma Pedro ha salutato la nazionale dal 2017: “Sono tanti anni che non vengo convocato, ma non significa che sia finita. Tuttavia, è passato davvero tanto tempo dall’ultima volta. La Spagna ha una generazione di calciatori che sta andando molto bene”.

Alla Lazio per vincere con Sarri: “Si impara sempre, in qualsiasi posto. Io sono venuto qui per vincere. Sono uno ambizioso. Sarri ha detto che voleva vincere e per questo mi ha convinto al trasferimento. Ho accettato un’importante sfida in un club che ha vinto tanto nella sua storia”.

Un pensiero su Milinkovic che farebbe panchina in quel Barcellona: “Difficile immaginarlo titolare. Lui è fortissimo e ha tutto, compreso un bel tiro. Tuttavia, ai miei tempi in quel Barça c’erano Busquets, Fabregas, Xavi, Iniesta, ma anche un giovane Thiago Alcantara che giocava poco”.

Il contratto dell’ex blaugrana è in scadenza e in futuro può succedere di tutto: “Non ho ancora parlato con il presidente e con il direttore sportivo. Non è il momento, siamo concentrati sulla stagione. Qui sto bene e sono felice. I tifosi sono speciali, mi piace esultare sotto la Curva”.

La sfida dell’andata ancora brucia: “Non si può spiegare la sconfitta con il Midtjylland, partite così ogni tanto capitano. In Europa il ritmo è diverso e se fai un errori lo paghi caro. Non è come in campionato. Non conta il nome del club, giocano tutti al 200%”.