Il famoso conduttore e giornalista televisivo presenta la sfida con i biancocelesti: “Loro gran bella squadra, se solo penso che Rovella era nostro, che errore madornale…”
“Lazio-Juve è una bella partita, è una finale e giochiamo contro una gran squadra che a me piace, ma noi dobbiamo decidere se dopo la gara coi biancocelesti sarà una stagione totalmente fallimentare o batterli andare in Champions e così sarà solo parzialmente fallimentare, ma è quello che è senza se e senza ma…“. Una delusione cocente l’anno che sta attraversando la Juventus e a dirlo non è uno qualunque, ma uno dei tifosi più in vista e quello che si espone di più come il famoso conduttore e giornalista televisivo Massimo Giletti che in una chiacchierata con Lalazio.com si sfoga: “Rispetto molto la Lazio, il loro allenatore ha fatto un lavoro incredibile e Lotito è un presidente da rispettare per quello che ha costruito e mi rendo conto che tipo di partita possa rappresentare per loro, ma per la Juve è l’ultima occasione per cercare di rimediare alla tristezza infinita che c’è stata quest’anno ma anche in quelli recenti, è come se si fosse perso qualcosa del nostro Dna, di una squadra che non cresce mentalmente e fa sempre gli stessi errori, soprattutto da parte della società, mi dispiace ma è così. Il nostro errore più grande e grave è stato quello di perdere uno come Antonio Conte“.

Durissimo Massimo Giletti e si sente mentre parla che sembra quasi scoraggiato: “La nostra vera finale era e doveva essere a Parma con il Parma, invece abbiamo perso in modo allucinante e senza senso, quasi senza lottare. E’ lì che era la nostra vera finale Champions, è lì che la Juve non doveva fallire perché aveva tutte le carte in regola per non fallire l’appuntamento e invece ha sbagliato, una gara che racconta come a livello individuale e mentale sia una squadra che non è a livello delle grandi, mi spiace dirlo, come l’Inter e mi costa dirlo, ma bastava vedere l’aggressività che hanno messo nel momento più difficile e complicato, dove sembrava impossibile e vedere un ragazzo come Acerbi, che potevamo prendere anche noi ma ci abbiamo rinunciato perché era troppo in là con gli anni, l’abbiamo visto che giocatore è”.
L’amarezza di Giletti: “Che crescita pazzesca Rovella, se solo penso che era nostro ma come è stato possibile mandar via uno così…”
E’ avvelenato e anche tanto deluso, Massimo Giletti che sarà allo stadio a vedere la gara come sempre, anche se prima andrà a salutare i giocatori, “più che altro per guardarli negli occhi e capire se hanno capito quello che ci stiamo giocando“. E’ amareggiato per quanto successo a Parma qualche settimana fa: “Lì c’è stata mancanza di carattere, penso che Locatelli ci mette e ci abbia messo l’anima, e mi piace tantissimo, ma poi siamo qui a parlare di una finale Champions, la Juve le finali Champions le deve fare in campo europeo, ci deve andare, non deve fare finali Champions di campionato per qualificarsi alla Champions, ma per favore, già questo ti fa capire che è una stagione fallimentare e a chi dice che non lo è se andiamo in Champions, vorrei ricordargli che siamo usciti con le riserve dell’Empoli in coppa Italia e una squadra mediocre come il Psv in Champions League“.

Della Lazio ha tanta stima e rispetto, ma sottolinea il fatto che la Juve deve cercare di dimostrare di essere la Juve, tanto che Giletti riconosce i meriti dell’avversario e la sua forza: “Che vuoi dire alla Lazio? E’ una squadra che gioca bene, che ha speso nulla rispetto a quello che ha fatto la Juve negli ultimi anni, ma è bene o male sempre lì e poi gioca bene, mi diverto a vedere la Lazio quando mi capita. Poi la guardo anche con piacere e un pizzico di delusione in più quando vedo in mezzo al campo un giocatore strepitoso come Rovella che ha fatto una crescita incredibile, peccato che era nostro e non si capisce il motivo di darlo via con coì tanta leggerezza. Mi domando sempre come hanno fatto tutti questi giocatori che sono usciti da noi, che abbiamo cresciuto ad avere dei numeri incredibili come quelli di Rovella, titolare della nazionale, e Kean, ma non ne cito altri che sarebbe meglio“.