Le principali notizie dal mondo biancoceleste di oggi, giovedì 12 giugno: tutte le ultime novità che riguardano la Lazio: la rassegna stampa e le news
Il rinnovo di Matias Vecino (inaspettato fino a pochi giorni fa), il rinvio del vertice di mercato tra Sarri e Fabiani (che sarebbe dovuto andare in scena ieri, ma che è stato posticipato) e alcune notizie di mercato che riportano ad interessamenti (più o meno veritieri) su alcuni centrocampisti.
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Il mercato della Lazio sta vivendo delle giornate interlocutorie. Il club biancoceleste, dopo l’annuncio di Maurizio Sarri in panchina, sta lavorando sui rinnovi di contratto: dopo l’accordo ratificato con Pedro, è arrivato anche quello con Matias Vecino, che sembrava destinato a lasciare la capitale (su di lui c’erano Como, Betis Siviglia e Benfica), ma che alla fine resterà altri due anni (uno più uno di bonus) a Formello.
L’accordo con Vecino

Maurizio Sarri ha recitato un ruolo di primaria importanza per il rinnovo di Matias Vecino. Il tecnico toscano ha spinto per la conferma del centrocampista uruguaiano, che aveva convinto a raggiungerlo a Formello l’estate del 2022 (quando si era liberato a parametro zero dall’Inter) e a restare a Roma l’anno successivo, quando si era manifestata la possibilità di un trasferimento in Turchia al Galatasaray. Vecino, che ha chiuso l’ultima stagione segnando un gol alla Juventus e propiziando un assist per Pedro a San Siro, farà ancora parte della linea mediana della Lazio.
Accordo su Cataldi

La Lazio, secondo la ricostruzione di Repubblica, ha preso una decisione su Danilo Cataldi: se la Fiorentina non lo riscatterà versando i famosi 4 milioni stabiliti la scorsa estate, resterà alla Lazio. Sarà utile pure per rimpiazzare Belahyane quando, come Dia e Dele-Bashiru, andrà in Coppa d’Africa da metà dicembre a metà gennaio. Anche se la strategia resta quella di trattenere praticamente tutti i titolari e alcune riserve (Noslin sarà il vice-Zaccagni, Dia il vice-Taty, Belahyane e Dele-Bashiru le alternative a centrocampo, Provstgaard e Patric quelle in difesa, Gigot è inbilico), per il modulo di Sarri mancala mezzala sinistra: Fabbian e Fazzini sono profili graditi.
Guendouzi, la garanzia è Sarri

Fa sempre caldo nell’estate di Guendouzi. Tudor dopo Sarri e Sarri dopo Baroni: i cambi in panchina, nel suo caso, corrispondono anche in possibili cambi di umore. Dodici mesi fa, come evidenzia il Corriere dello Sport, era stata travagliata, la sessione estiva: «Scegliete tra me e Tudor», il messaggio lanciato alla società, sintetizzato al massimo. Ci ha pensato il tecnico croato a facilitare la decisione: dimissioni rassegnate e serenità ritrovata da parte del centrocampista. I rapporti si erano incrinati ai tempi del Marsiglia, l’esperienza insieme alla Lazio aveva riacceso i dissapori. La pace tra i due non è mai stata un’opzione concreta. Un anno dopo è tornato il Comandante, può fare da “garante” a un percorso diverso, interrotto bruscamente a marzo 2024 dopo il ko all’Olimpico con l’Udinese.
Isaksen in bilico

Più vecchia che nuova. La Lazio di Sarri prende forma tra conferme, valutazioni e possi- bili cessioni. Per ora, secondo la ricostruzione de Il Tempo, la linea della società sembra chiara: si riparte dalla formazione dello scorso anno, puntando tutto sull’upgrade in panchina. Ecco perché il ds Fabiani ripete che non cisaranno partenze eccellenti. Ma a questo ragionamento c’è una postilla: se dovesse arrivare l’offerta irrinunciabile, tutti possono salutare. E tra i nomi initisultavolo del mercato in uscita c’è anche quello di Isaksen. Il danese, dopo un primo anno di adattamento complicato alla Serie A e ai dettami tattici del tecnico toscano, potrebbe diventare una pedina importante per il player trading biancoceleste.
Sebastian Szymanski, il nuovo nome per il centrocampo

Arriva dalla Turchia, secondo il Corriere dello Sport, l’ultima suggestione per il centrocampo della Lazio. Un nome (che noi avevamo anticipato a maggio scorso) che non ha ancora conferme, ma che potrebbe rispondere all’identikit richiesto. Sebastian Szymanski, classe 1999, centrocampista polacco del Fenerbahçe, è il nuovo profilo accostato alla Lazio in queste ore. Il club biancoceleste avrebbe messo gli occhi sul trequartista polacco per ridisegnare il proprio centrocampo.
Romagnoli, Sarri è la carta finale

L’alfiere di Sarri è Romagnoli, tra i portabandiera del sarrismo. Il Comandante s’è garantito la sua conferma fin dai primi colloqui e vuole che resti con entusiasmo, lo stesso con cui era arrivato nel 2021. Lotito e Fabiani hanno assicurato che Romagnoli rimarrà e si sono mossi per chiudere il caso rinnovo. Martedì c’è stato un nuovo incontro con i suoi manager, è stata ribadita l’intenzione di riconoscere un nuovo contratto: l’idea è prolungare fino al 2029, aggiungendo due anni. Si potrebbe anche arrivare a 3. Romagnoli ha compiuto 30 anni a gennaio, nel 2029 ne avrebbe 34. Il tema non è la durata dell’accordo, non lo è mai stato. E’ l’accordo economico. Alessio, nel giorno della firma, aveva strappato una promessa a Lotito: avrebbe firmato accettando un ingaggio più basso, da poco più di 3 milioni con i bonus, con l’idea di aggiornare la cifra in caso di qualificazione in Champions. Sarri portò la Lazio al secondo posto e in Champions nel 2022-23 e nell’estate 2023 c’è stato lo strappo: nessun adeguamento per Romagnoli. Alessio è rimasto deluso, ha atteso la svolta per altri due anni.
Lotito e lo striscione: “Strumentale”

«Un gesto strumentale, utile solo a spostare l’attenzione da evidenti difficoltà gestionali e istituzionali che altri stanno affrontando in questo momento». E’ il commento rilasciato da fonti vicine al presidente della Lazio, Claudio Lotito, in merito allo striscione visibile ieri da Piazza Montecitorio con la scritta “Lotito libera la Lazio”. Episodio, come ha appreso l’Ansa, interpretato come «un maldestro tentativo di dissimulare fallimenti in settori che nulla hanno a che vedere con la Lazio, ma che oggi si trovano in un momento critico sotto gli occhi di tutti». Ancora un passaggio della nota diramata ieri: «Il tentativo di sovrapporre ambiti differenti – istituzionali e sportivi – è il sintomo di un vuoto di contenuti. Il presidente Lotito continuerà a lavorare con impegno e determinazione, come ha sempre fatto, assumendosi l’onere e l’onore di ogni scelta. In prima linea, senza nascondersi mai».