Il difensore francese della Lazio, dopo la fine della prima parte del ritiro a Formello, ha capito che per Sarri non sarà mai la prima scelta e per questo si starebbe guardando intorno
Samuel Gigot è arrivato lo scorso anno a parametro zero dal Marsiglia. Un acquisto per rinforzare e dare esperienza a un reparto arretrato che aveva mostrato qualche carenza tra Romagnoli, Gila e Patric. Il centrale transalpino andava a completare così un reparto che sarebbe stato poi messo alla frusta dallo schieramento tattico scelto da Baroni, un 4231 che molte volte ha obbligato i difensori centrali biancocelesti agli straordinari. Per lui poche possibilità di mettersi in evidenza, 15 le presenza totali in campionato più due in Coppa Italia.

La Lazio è alle prese con un’estate molto particolare dove non ha la possibilità di acquistare nuovi giocatori causa lo stop del mercato imposto dalla federazione per il mancato rispetto dei tre parametri economico finanziari da parte della società. Un blocco assurdo che impedisce di fatto alla Lazio di portare nuovi giocatori fino alla prossima sessione di mercato, quella invernale, che si aprirà dal 1 gennaio 2026.
L’arrivo alla Lazio
Quella barba molto simbolica. Quell’atteggiamento di sfida continua all’attaccante avversario. Quel modo di difendere vecchia scuola che fa impazzire i tifosi, quel palla o piede che una volta veniva preso come sinonimo di coraggio, ma che oggi i nuovi regolamenti, invece, tendono a far sparire punendo qualsiasi intervento “maschio”. Samuel Gigot, al di là delle caratteristiche tecniche, ha fatto breccia proprio per queste sue caratteristiche nel cuore dei tifosi laziali, che hanno subito intravisto in lui un alfiere, un uomo senza paura pronto a scendere nell’arena e combattere contro tutti e tutti.

Peccato che anche l’ex allenatore Baroni ha sempre preferito Gila e Romagnoli come coppia titolare lo scorso anno, regalando al roccioso centrale francese soltanto 7 presenze dal primo minuto in campionato, mentre in Europa League ha fatto praticamente il titolare. Gigot aveva accettato le lusinghe della Lazio proprio per ritrovare quella titolarità che aveva perso al Marsiglia, una prima annata tutto sommato positiva condita anche da due gol decisivi in casa contro Bologna e Verona.
Il guerriero triste
L’arrivo di Maurizio Sarri in panchina ha complicato ancora di più la situazione. Per il tecnico toscano la linea difensiva è sacra, è la base del suo gioco, ma ha anche bisogno di giocatori con caratteristiche che non si addicono certo al guerriero francese. Attenzione in marcatura ovvio, ma anche la capacità di giocare la palla, di scappare immediatamente all’indietro a palla scoperta invece di andare dritti in tackle sull’uomo. E Gigot non ci ha messo tanto a capire che non rientra nei piani del nuovo mister, ecco perchè è scontento e vorrebbe andare a giocare. Ha più di un’ offerta, tra Italia, Grecia, sicuramente Francia e addirittura dall’Arabia.

Tutte situazioni che gli permetterebbero di sentirsi ancora in gioco e non relegato a quinto difensore, come attualmente alla Lazio. La società con il blocco del mercato non vede tanto di buon occhio le cessioni, ma c’è anche una lista da presentare per il campionato e con Romagnoli, Gila, Provstgaard e Patric, i quattro posti per i centrali di difesa sono assegnati. Ma c’è un però. Lo stiramento subito alla coscia da Patric nell’ultimo giorno di ritiro a Formello potrebbe rimescolare le carte, lo spagnolo potrebbe saltare un mese, inoltre nelle prime due giornate di campionato Alessio Romagnoli deve scontare ben due giornate di squalifica, ecco perchè Sarri sta pensando di tenersi stretto il guerriero francese. Ma non sarà facile convincerlo.