E’ ancora troppo presto ma la prestazione della sfida con il Fenerbahce è stata illuminante per certi versi e il tecnico confida su di lui
Danilo Cataldi è rientrato come se niente fosse. Come se non fosse passato un anno anzi, per certi versi è come se non fosse mai andato via. Sarri è contento, il giocatore pure, anche perché rientrare alla base a testa alta non poteva essere la soddisfazione più grande, considerato che era stato mandato via per problemi di spogliatoio e lui ha fatto una stagione buona alla Fiorentina, tanto che se fosse rimasto Palladino la Fiorentina l’avrebbe riscattato e Danilo sarebbe ancora lì. Non solo. Meglio per tutti, soprattutto per Maurizio Sarri e il giocatore che lontano dalla Lazio proprio non riesce a stare. Prima che si giocasse con la Primavera, Cataldi è stato abbracciato idealmente dal pubblico che l’ha acclamato per circa cinque minuti e lui ha ringraziato.

In queste prime gare di ritiro è successo quello che si pensava succedesse, ovvero che Danilo Cataldi si riprendesse squadra e Lazio. Il ruolo da regista per Sarri in un 4-3-3 lo sa interpretare meglio di tutti e lo si è visto in queste prime amichevoli. Nessuno vuole creare il dualismo con Rovella, ma è innegabile che hanno caratteristiche diverse e quello di Danilo si sposano meglio con quello che chiede Sarri, ovvero le verticalizzazioni, cosa che l’ex Monza in effetti sa fare meno rispetto a Cataldi.
Il regista è Cataldi, ma se Sarri cambia modulo?
Il vero problema che non si può nascondere è che la differenza tra il primo tempo col Fenerbahce e la ripresa è stata netta e chiara. Con Rovella, che ha un modo di giocare diverso e deciso e con meno ritmo, la Lazio appare lenta e prevedibile, mentre con Cataldi c’è più varietà e soprattutto verticalizzazioni, un aspetto fondamentale e un modo di giocare che vuole l’allenatore. E la strada tracciata dal tecnico sembra essere proprio e solo questa, con il 4-3-3 Cataldi non può non essere il titolare indiscusso, ed è quello che sta dicendo il campo in maniera inequivocabile.

Una sicurezza non da poco per il tecnico che può contare su un giocatore che conosce questo ruolo meglio di altri. Non ci hanno fatto una bella figura chi ha deciso di mandare via l’anno scorso il regista per via di alcune situazioni roventi con Tudor e con qualcuno dello spogliatoio, ma come spesso accade nella Lazio lotitiana, se c’è un romano che alza un po’ troppo la testa, è quello che alla fine paga un po’ per tutti, nonostante siano stati tutti. Ma Danilo è tornato, ogni cosa è stata sepolta e si riparte come se niente fosse mai accaduto. Un po’ come quello di giocare nella Lazio e nel ruolo che più gli si addice, se poi Sarri dovesse cambiare, si vedrà.