Mancano solo tre giorni all’esordio dei biancocelesti in campionato e il tecnico toscano sembra aver preso una decisione in assoluta controtendenza su come gestiva le sue squadre negli anni precedenti
L’ora X si avvicina. Domenica alle 18:30 allo stadio Sinigaglia la Lazio scenderà in campo contro il Como di Fabregas per la prima giornata della nuova stagione di Serie A, mettendo finalmente fine a quest’estate fatta di tante chiacchiere, di tante polemiche, di contestazione da parte di una tifoseria stanca per il modo di gestire il club da parte del presidente, ma che comunque ha deciso ancora una volta di dimostrare tutto il suo attaccamento sottoscrivendo oltre 29000 abbonamenti alla chiusura della campagna. Un dato incredibile che rappresenta il secondo più alto dell’era Lotito.

Il blocco del mercato imposto alla società dalla Covisoc, per non aver rispettato i tre parametri economico finanziari di riferimento, che di fatto ha impedito di operare in entrata in questa sessione importantissima di calciomercato estiva, ha consegnato a Maurizio Sarri, tornato dopo un solo anno a sedersi sulla panchina biancoceleste, la stessa rosa che lo scorso anno con Marco Baroni non è riuscita a raggiungere la qualificazione europea rimanendo così fuori dalle competizioni internazionali dopo otto partecipazioni consecutive.
Il tempo delle prove è finito, ora si fa sul serio
L’estate davvero particolare del mondo Lazio sta finalmente volgendo al termine. Dopo oltre un mese di polemiche e contestazioni per l’enorme beffa del blocco del mercato, un’onta difficilmente cancellabile nella storia della società, è tempo di iniziare la stagione e sarà il campo a emettere i suoi primi verdetti. Il Sarri bis certamente non è stato favorito dalla situazione contingente che si è venuta a creare, ma il tecnico toscano fin dal primo giorno ha spinto molto sul tasto motivazionale, su un senso di orgoglio e di appartenenza per far capire all’intera rosa che, nonostante le tante difficoltà, si può provare a mettere in piedi una grande stagione.

Un discorso motivazionale fatto proprio per coinvolgere tutti senza lasciare nessuno indietro, perchè senza volti nuovi da acquistare sul mercato tutti quelli che già sono in rosa devono moltiplicare gli sforzi e dare qualcosa in più. Ecco perchè fin dal primo giorno di ritiro il Comandante ha fatto sentire tutti importanti e sullo stesso piano, ha azzerato qualsiasi gerarchia facendo parlare sempre il campo quando era arrivato il momento di effettuare delle scelte. Le sei amichevoli che hanno caratterizzato il precampionato della Lazio, infatti, sono state utilizzate proprio da Sarri per ruotare a dovere tutti i giocatori e, al netto dei vari problemi fisici che ogni tanto hanno colpito i vari giocatori, tutti hanno giocato più o meno uno stesso numero di minuti. Si passa dai 398 su 540 totali di Matteo Guendouzi, ai 368 di Cancellieri, vera rivelazione di questo ritiro, poi il resto della rosa si attesta tutta intorno ai 300 minuti giocati. Un modo per testare e provare a far salire di condizioni tutti allo stesso momento.
Una scelta in controtendenza
Questa infatti potrebbe essere la grande novità del Sarri bis a Formello. Non potendo attingere dal mercato, scegliendo magari quel rinforzo necessario per le sue idee di calcio, l’ex tecnico di Juventus e Chelsea ha deciso di ottimizzare al massimo l’intera rosa scegliendo per la prima volta in carriera di utilizzare una specie di turn over ragionato, dando così massimo spazio possibile a tutti. Una soluzione in assoluta controtendenza con le abitudini che Sarri ha mostrato in tutti gli anni di carriera, tra Empoli, Napoli, Chelsea, Juventus e Lazio, anzi proprio nei suoi primi due anni a Roma in tanti gli avevano rimproverato di far giocare sempre quei 15-16 giocatori fino allo sfinimento. “Giocheranno tutti, chi più chi meno” aveva detto però proprio nel giorno della ripresentazione, una frase che doveva far capire subito che questa volta le cose sarebbero state gestite diversamente. Un modo per tenere tutti “dentro il progetto”, giocherà sempre chi si dimostrerà più in forma in quel momento, senza preclusioni di nessun genere.

Una scelta comunque coraggiosa anche perchè, senza le coppe europee, mai come la prossima, sarebbe la stagione perfetta per il tecnico toscano, con soltanto le 38 partite di campionato più tutte quelle che la squadra saprà guadagnarsi in Coppa Italia, a cominciare dal match probabilmente contro il Milan a dicembre. Con una gara a settimana, Sarri questa volta ha deciso di cambiare e non negherà possibilità a chi, in allenamento o durante spezzoni di partita, fa vedere di meritare di giocare. A partire dal ruolo di portiere, dove ancora non è stato deciso chi tra Provedel o Mandas scenderà in campo a Como, o nel ruolo di terzino destro ad esempio, così come a centrocampo o soprattutto in attacco dove Castellanos e Dia si stanno giocando il ruolo di centravanti. Soltanto Pedro sa già che lui sarà il dodicesimo uomo a disposizione di Sarri, ma parliamo di un campione eterno che non smette di sorprendere come ha già fatto durante le amichevoli estive. “Si gioca in 11, ma al momento non abbiamo titolari, sarà il tempo a dirceli”, era stato uno dei primi annunci del Comandante durante la presentazione a Formello, quest’anno ne vedremo quindi delle belle.