Oliver Provstgaard si prende la scena nella sconfitta di Como: al debutto da titolare chiude con numeri importanti in difesa e il 92,9% di passaggi riusciti. Ora lo attende l’Olimpico contro il Verona
Nel disastro di Como, c’è stato un timido raggio di luce: Oliver Provstgaard. Il giovane difensore danese, schierato per la prima volta dal 1’ con la maglia della Lazio, ha rappresentato uno dei pochi segnali positivi in una serata complicata per la squadra di Sarri. La sconfitta ha lasciato scorie, dubbi e la sensazione di un inizio da dimenticare, ma almeno sul piano individuale il classe 2004 ha dato l’impressione di poter essere già una certezza per il presente, oltre che una scommessa per il futuro.

Pur essendo rimasto coinvolto nel gol dell’1-0, Provstgaard ha chiuso i 90 minuti con numeri che raccontano concretezza e affidabilità: due passaggi intercettati, due duelli aerei vinti, tre palloni spazzati via dall’area e un tiro respinto in piena zona calda. Ma non solo.
È stato anche il giocatore con più passaggi completati in tutta la Lazio (56), mantenendo una percentuale del 92,9% di riuscita. Segnale di precisione, di coraggio nel giocare palla e di personalità nel non limitarsi a difendere, ma nel prendersi responsabilità anche in costruzione. Dati che diventano ancora più rilevanti se inseriti nel contesto di una squadra che nel complesso ha faticato a trovare linee di gioco pulite.
Per Oliver non era un esame semplice: prima volta da titolare in Serie A, dentro un Sinigaglia infuocato e contro una squadra che aveva tutto da guadagnare e niente da perdere. Eppure il danese non ha tremato. Ha interpretato la gara con la serenità di chi sa di aver lavorato a lungo per arrivare a questo momento.
La crescita di Provstgaard, ora l’esordio all’Olimpico
La Lazio lo aveva acquistato con anticipo lo scorso gennaio proprio per dargli modo di ambientarsi senza pressioni immediate. Un investimento ragionato, che ha permesso al ragazzo di conoscere gradualmente Formello, assimilare i dettami di Sarri e crescere sul piano tattico e mentale. Contro il Como, tutto questo lavoro è venuto a galla: non perfetto, certo, ma già affidabile.

Provstgaard non si è nascosto, ha lottato su ogni pallone, ha provato a guidare la linea arretrata insieme a Mario Gila, mostrando carattere. Nel secondo tempo, quando la squadra si è trovata sotto di due gol e avrebbe potuto perdere definitivamente lucidità, lui è rimasto sul pezzo, respingendo con freddezza e cercando sempre la giocata più sicura. Non è stato immune da qualche sbavatura, ma era impossibile pretendere diversamente da un ragazzo alla sua prima vera recita in Serie A. Ciò che ha colpito è stata la capacità di reagire, di non farsi travolgere dall’inerzia negativa della partita.
Ora, però, si volta pagina. Domenica arriva il Verona, e per Provstgaard sarà l’occasione di vivere l’esordio ufficiale davanti al pubblico dell’Olimpico. Fino a questo momento, infatti, i suoi minuti con la Lazio sono arrivati tutti lontano da Roma, tra le due apparizioni della scorsa stagione (a Bergamo ed Empoli) e il debutto di Como. Lo stadio di casa sarà un banco di prova diverso, con pressioni maggiori e aspettative inevitabilmente alte. Ma anche con la possibilità di ricevere quell’abbraccio che il giovane difensore si è guadagnato con l’impegno quotidiano e con la prima prestazione convincente in campionato.
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La sensazione è che Oliver possa diventare presto più di una semplice alternativa. Romagnoli rientrerà dopo la squalifica e tornerà a guidare la difesa, ma avere un prospetto come Provstgaard pronto a inserirsi dà a Sarri un’arma in più. L’ex Vejle è un progetto a lungo termine che può già incidere nel presente.