La Lazio cade a Como e mostra i soliti difetti: pochi tiri, nessun gol e disattenzioni nei momenti chiave. Campanelli d’allarme già accesi
È cambiato il campionato, non i problemi. La Lazio riparte – come riportato nell’edizione odierna del Corriere dello Sport – da Como e si porta dietro i soliti vecchi difetti: attacco poco incisivo e leggerezze nei momenti chiave. Il risultato è una sconfitta che pesa, perché al di là del punteggio fotografa limiti già emersi nella parte finale della scorsa stagione.

Il verdetto del “Sinigaglia” è impietoso. Con Castellanos unica punta – e persino nel finale con l’argentino affiancato da Dia – la Lazio non ha mai dato la sensazione di poter davvero pungere. L’unico lampo è stata la rete annullata al Taty, su un lancio lungo di Gila che aveva tagliato la difesa.
Per il resto, appena due conclusioni nei primi 45 minuti, cinque totali e una sola nello specchio della porta. Numeri che raccontano bene l’impotenza offensiva. Mai, dall’inizio della scorsa Serie A, la Lazio aveva calciato così poco in un primo tempo: solo tre volte si era scesa a due tiri (Bologna a marzo, Juventus a novembre e a maggio).
Una sterilità che non può essere archiviata come episodio isolato. C’è poi un altro segnale negativo: la Lazio non segna da due partite consecutive in campionato (Lecce e Como). Non accadeva dal 2021, quando con Sarri in panchina arrivarono i ko con Juventus e Napoli. Allora era la fisiologica crescita di un progetto nuovo, oggi rischia di diventare un campanello d’allarme.
Dall’attacco alla difesa, i soliti problemi della Lazio
Non si tratta solo di gol mancati. Anche dietro, intesa come fase collettiva, la squadra continua a mostrare le stesse crepe. A Como è bastata la prima accelerazione della ripresa per subire: Douvikas ha colpito dopo appena due minuti, sfruttando la solita disattenzione che accompagna la Lazio nei momenti di avvio.

Già lo scorso campionato i biancocelesti erano stati la seconda squadra a incassare più reti dal 1’ al 15’ (10 gol, peggio soltanto il Verona con 12). E anche nel quarto d’ora successivo, dal 46’ al 60’, il bilancio era da allarme: dodici reti subite, quarti peggiori dietro Atalanta (14), Cagliari e Udinese (13). Una fragilità cronica, che si è riaffacciata puntuale anche nella nuova stagione.
E i numeri diventano ancora più pesanti sommando il finale dello scorso torneo. Con Lecce e Como, infatti, la Lazio ha perso due gare di fila in Serie A. Non accadeva dal febbraio-marzo 2024, quando arrivarono tre ko consecutivi (Fiorentina, Milan e Udinese) poco prima delle dimissioni di Sarri.
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Poca cattiveria sotto porta, blackout difensivi nei momenti cruciali e incapacità di restare concentrati per 90 minuti: la fotografia è nitida. La stagione è appena iniziata, ma i campanelli d’allarme squillano già fortissimo.