Da Baroni a Sarri: cambiano i tecnici, ma il risultato resta lo stesso

C’è un particolare che accomuna la Lazio di Maurizio Sarri a quella del suo predecessore. Sembra quasi che il tempo non sia mai passato. Ecco di cosa si tratta

Passano i mesi. Cambiano gli allenatori, ma una sana abitudine resta di moda in casa Lazio. Da Baroni, che ha guidato la squadra biancoceleste nella scorsa stagione, a Maurizio Sarri, che è salito al timone della Lazio da giugno scorso, c’è un particolare che non è cambiato. E che rappresenta un importante punto di partenza in vista della stagione appena iniziata.

Baroni e Sarri si salutano prima di una gara
Da Baroni a Sarri: cambiano i tecnici, ma il risultato resta lo stesso – lalazio.com – La Presse foto

Sarri è stato in grado di infrangere un tabù, nato e (fortunatamente) morto con Baroni: la lunga astinenza nelle gare casalinghe. La squadra biancoceleste ha sfiorato i sette mesi di astinenza di vittorie davanti al proprio pubblico. Fino al 24 novembre scorso, la Lazio di Baroni era stata un vero e proprio rullo compressore nei match disputati allo stadio Olimpico di Roma. La sconfitta con l’Inter, arrivata ai primi di dicembre, ha fatto da spartiacque. Zaccagni e compagni hanno guadagnato in una sola occasione i tre punti: quando il sette febbraio si imposero nettamente contro il Monza, fanalino di coda.

Sarri rompe il digiuno casalingo di Baroni dopo quasi sette mesi

Da allora i tifosi biancocelesti hanno collezionato solo grandi o mezze delusioni: un paio di pareggi che hanno lasciato l’amaro in bocca (derby e Torino), qualche recupero insperato (il 2-2 con il Parma e il bel pareggio con i futuri campioni d’Italia del Napoli) e una lunga serie di delusioni. Il culmine si è raggiunto nell’ultima sfida dello scorso campionato, con il ko interno contro il Lecce. Una battuta d’arresto pesante, che è valsa la mancata qualificazione nelle coppe europee. Sarri ha saputo rompere l’incantesimo: il 4-0 con il Verona, non solo ha permesso ai biancocelesti di riscattare la sconfitta nella gara d’esordio sul campo del Como, ma ha anche rilanciato le ambizioni (o forse sarebbe più giusto dire le speranze) della squadra biancoceleste.

Sarri regala indicazioni in panchina
Sarri rompe il digiuno casalingo dopo quasi sette mesi – lalazio.com20250902

Ed ha permesso poi a Sarri di confermare un trend positivo, che si era già evidenziato in tutta la sua forza ai tempi di Marco Baroni. Stiamo parlando dell’assoluta capacità delle riserve, di entrare a partita in corso e di lasciare il segno. Lo scorso anno la Lazio fu la squadra che attinse con maggior forza alle risorse in panchina: ben ventuno reti arrivarono dai subentrati. Con il Verona, la storia si è ripetuta: Belahyane e Dia, entrati rispettivamente per Castellanos e Dele Bashiru, hanno impiegato davvero pochi minuti per diventare immediatamente protagonisti. Il marocchino si è involato sulla sinistra ed ha messo in mezzo un pallone invitante, sul quale il centravanti senegalese si è fatto trovare pronto.

Quali calciatori potrebbero risultare decisivi dalla panchina?

La Lazio ha ripreso da dove si era fermata lo scorso anno: e all’appello manca ancora il re dei goleador subentrati. Stiamo parlando ovviamente di Pedro, che lo scorso anno segnò otto dei dieci gol realizzati in campionato, subentrando a gara iniziata. Lo spagnolo sarà una risorsa che Sarri si giocherà spesso nel corso della stagione. Altri gol spera di ottenerli anche da altri elementi che nel corso delle prossime gare partiranno dalla panchina.

Cancellieri Noslin e DIa
Quali calciatori potrebbero risultare decisivi dalla panchina? – lalazio.com – La Presse foto

Noslin e uno tra Cancellieri e Isaksen, sono chiamati a dare un segnale, così come Dia (se Taty Castellanos verrà confermato centravanti) e Vecino. Un altro di quelli capace di impattare molto bene a gara in corso. Sempre che l’uruguaiano (che non si vede in campo dai primi di agosto) non venga trasformato presto in un titolare. Sarri si affiderà ancora alle risorse dalla panchina. La nuova Lazio, potrà ripartire dalle solide, vecchie, ma sempre belle certezze.

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