Sarri spinge per Insigne, che a sua volta rifiuta tutte le proposte e vuole solo la Lazio; ma cosa pensano Lotito e Fabiani? E a quale gioco stanno giocando? La situazione in casa Lazio e tutti gli scenari possibili
Quante anime esistono all’interno della Lazio? In quanti sono chiamati a prendere decisioni? E soprattutto, chi gestisce il club, dopo la brutta figura fatta in estate, si può permettere di rifiutare una proposta precisa da parte del tecnico? La storia che vede come protagonisti Lorenzo Insigne, il tecnico Sarri, il presidente Lotito e il Direttore Sportivo Fabiani, ha del paradossale. E rischia di trascinarsi veleni e incomprensioni. Una fotografia di come, all’interno della Lazio, le varie anime si trovino di fronte ad un bivio. Che cosa sta succedendo a Formello? E soprattutto, cosa accadrà nelle prossime settimane?

Il ruolo svolto da ogni attore/protagonista di questa commedia sembra rispondere ad un preciso copione: Insigne spinge per venire alla Lazio, Sarri non vede l’ora di tornare ad allenarlo, Fabiani sembra far di tutto (attraverso dichiarazioni sue e di chi gli sta accanto) per bocciare questa possibilità, mentre Lotito sembra giocare una partita a se: da una parte tratta con il manager del calciatore e regala assicurazioni al tecnico, dall’altra strizza l’occhio ai pensieri del direttore sportivo e lascia passare il tempo.
La posizione di Sarri
Una situazione paradossale, soprattutto alla luce di quello che è accaduto in estate. Quando Lotito e Fabiani convinsero Sarri ad accettare la panchina della Lazio, non gli spiegarono la gravità della situazione. Il tecnico non era a conoscenza del blocco del mercato. “Quando tornerò a Roma proporrò i miei nomi e la società mi farà i suoi. Vedremo se riusciremo a trovare un punto di incontro. Ma già so che mi inca***rò”, disse a Castiglion della Pescaia, pochi giorni prima di essere informato del blocco totale del mercato in entrata. Sarri ci è rimasto male, ma è rimasto al timone della Lazio. Non ha preteso nulla; non ha fatto storie ed è rimasto al timone della squadra anche quando ha capito che non avrebbe avuto nessun tipo di rinforzo.

Ora chiede una mano: “Se non posso avere nessuno, almeno prendetemi Insigne che è senza contratto e ci sta aspettando”, il succo del discorso fatto dal tecnico. La domanda che Sarri, e gran parte dei tifosi biancocelesti (anche quelli che nutrono dubbi su un possibile acquisto dell’ex capitano del Napoli) si stanno ponendo è chiara: una società che ha commesso quegli errori in estate e che è certamente in debito con il suo allenatore, può permettersi di non accontentarlo di fronte alla richiesta di tesserare un calciatore svincolato? Sarri non ha alzato la voce (almeno in pubblico), ma quando gli è stato chiesto di Insigne ha palesato una certa insoddisfazione: “La mia posizione è di assoluta ignoranza rispetto a questi regolamenti e la società mi ha sempre detto che non può aumentare il monte stipendi finché non sarà liberata dalla sanzione. Non so rispondere. L’ultima cosa che voglio studiare è la finanza sportiva“. Il tecnico conosce alla perfezione l’ex capitano del Napoli e lo accoglierebbe a braccia aperte, conscio anche delle difficoltà degli esterni ad andare in gol.
La posizione di Insigne
Insigne vuole solo la Lazio e non ha mai cambiato idea. L’idea di tornare a lavorare con Sarri lo affascina ed è conscio di quanto sia stato importante il tecnico toscano nella sua crescita. Nei tre anni al Napoli ha segnato quarantasette gol e sfornato più di trenta assist. Ancora oggi è uno degli attaccanti più prolifici del campionato: è il terzo goleador italiano in attività (dietro Immobile e Berardi), con novantasei gol segnati ed il settimo, considerando anche gli stranieri.

Ha rifiutato il Parma, l’Udinese, il Sassuolo e diverse proposte di club stranieri. Aspetta di capire cosa accadrà dopo il trenta settembre (quando la Lazio saprà se potrà sbloccare il mercato a gennaio o addirittura provare a tesserare uno svincolato tra la fine di novembre e dicembre), ma non è escluso che possa anche attendere gennaio. Magari sottoscrivendo un accordo con il club e iniziando a lavorare a Formello in attesa di tornare in campo. Ha scelto la Lazio e smania dalla voglia di mettersi a disposizione del tecnico più importante della sua carriera.
La posizione di Fabiani
La posizione più avversa al possibile ingaggio di Insigne, resta quella del direttore sportivo Fabiani. Ad agosto, rispondendo ad una domanda specifica, aveva parlato dell’ex capitano del Napoli specificando che si trattava “più di una suggestione che altro: ho già riconfermato Pedro e ora voglio scoprire giovani, non trentenni”. Ha sempre chiuso la porta ad un possibile ingaggio del giocatore. E’ convinto che in quella posizione la Lazio sia già coperta, avendo Zaccagni come titolare e Pedro e Noslin come possibili alternative.

Il ragionamento del direttore sportivo si basa anche su dubbi di natura economica. Insigne chiede un ingaggio intorno ai due milioni di euro. Fabiani non è convinto, in un momento in cui il club si trova a fare i conti con i dubbi relativi al costo del lavoro allargato, che esporsi in questo modo per un giocatore che ha abbondantemente superato i trenta anni, sia la scelta giusta.
La posizione di Lotito
In tutto questo, è ancora da decifrare la posizione di Lotito. Il patron, da una parte strizza l’occhio ai pensieri di Fabiani (anche lui considera un azzardo esporsi con quella cifra per un calciatore come Insigne), dall’altra si sente in dovere di dare un segnale al tecnico. A Cortina ha parlato con i manager del calciatore e gli ha assicurato che ci sarebbe stato un nuovo faccia a faccia nella capitale.

Come si comporterà ora? L’ultima parola, come sempre, spetterà a lui. Lotito aspetta di capire i prossimi sviluppi e di conoscere se e quando riceverà l’ok per tornare operativo sul mercato. Come si comporterà? Seguirà il tecnico, nei confronti del quale sente di avere un debito di riconoscenza, e si spingerà a chiudere questa operazione, o preferirà evitare, concentrandosi su altri nomi che verranno proposti dal direttore sportivo?