Giuseppe Vasapollo, dottore commercialista e revisore, analizza il bilancio della Lazio: “Il dato più drammatico è il fatturato sceso del 25%. Considerando il cammino in Europa e gli introiti mi aspettavo una chiusura in positivo: invece si è registrata una perdita di diciassette milioni”
Cosa nasconde il bilancio approvato ieri dalla Lazio? Cosa potrà accadere nel prossimo futuro? Dopo il blocco del mercato scorso, la società sarà in grado di ripartire o è destinata a continuare a scendere verso il basso? E i dati che sono stati resi pubblici dalla Lazio, possono far immaginare ad un Lotito saldamente al comando del club nei prossimi anni?

Le domande che i tifosi e gli addetti ai lavori di stanno ponendo dalla serata di ieri, sono tante. Nella relazione pubblicata dal club emergono dei dati che lasciano sorpresi. Secondo la società, il blocco del mercato “non ha interrotto il programma di ringiovanimento della rosa della prima squadra essendo una delle azioni individuate dal management per la continuità del rispetto dei parametri della FIGC e UEFA”. Parole che stridono con la realtà: il club in estate ha ceduto Floriani Mussolini e Tchaouna e rinnovato i contratti a Pedro e Vecino.
Sempre dal bilancio si garantisce che “il ritorno alle competizioni internazionali con i relativi introiti, la stipula di nuovi contratti di sponsorizzazione, la valorizzazione di asset aziendali, lasciano prevedere il conseguimento, nel breve-medio termine, dell’equilibrio economico-finanziario-patrimoniale”. La spiegazione è eloquente: la Lazio è convinta che nel prossimo futuro le cose andranno diversamente, grazie al ritorno in Europa e alla firma di contratti di sponsorizzazione. Ma al netto delle speranze future, cosa ci dice nell’attualità il documento firmato presentato dal club ieri? Giuseppe Vasapollo, dottore commercialista e revisore legale, prova a spiegarci cosa si nasconde dietro i freddi numeri evidenziati dal club.
Cosa emerge in primo luogo da questo bilancio?
“Innanzitutto che il fatturato è diminuito del 25%. Un dato rilevante e francamente drammatico: nell’anno in cui gli introiti dell’Europa League sono stati più alti rispetto al passato e ad un anno di distanza dalla partecipazione in Champions League, mi aspettavo una diminuzione tra i dieci e i quindici milioni. Non di cinquanta. I costi generali sono diminuiti solo del 12%. Le plusvalenze sono nella media, parliamo di quattordici milioni di euro: l’anno prima ci fu l’exploit legato alla cessione di Milinkovic Savic che portarono le plusvalenze a raggiungere i 43 milioni di euro”.
Dai dati economici cosa emerge?
“Che il merchandising continua ad essere un problema. È l’1.5% del fatturato. Cosa ancora più grave, dovrebbe essere una di quelle voci di bilancio in continua crescita, invece è diminuito rispetto all’anno prima. Col bilancio completo vedremo la marginalità reddituale e la differenza con i costi”.
La scelta di non spalmare i debiti nel tempo e l’indice di liquidità
Sempre in tema di costi, cosa emerge dai debiti?
“La Lazio ha un importante indebitamento a breve termine, mentre vive una situazione contraria sui debiti a lungo termine. Li è virtuosa. Questo modo di agire è tipico delle aziende che vogliono risparmiare oneri finanziari e preferiscono non spalmare i debiti a lungo termine confidando nelle entrate imminenti. Si tratta di una linea di politica aziendale ammissibile, anche se poco frequente. Solitamente le aziende tendono a spalmare i debiti nel tempo per avere più respiro nell’immediato. In questi anni la scelta si è sempre tradotta nel mancato rispetto del paletto dell’Indice di liquidità”.

Per quanto concerne invece il debito con il fisco?
“I debiti fiscali di lungo termine sono quasi dimezzati, entro un paio di stagioni sarà una voce praticamente ininfluente sul bilancio. Leggendo i dati emerge poi che il valore della rosa è passato da 73 milioni di euro a 110 milioni: un incremento del 50%. Grazie al riscatto di Rovella e agli acquisti effettuati la scorsa stagione”.
Tirando le somme?
“Il bilancio in perdita di 17 milioni di euro. A mio avviso la perdita è arrivata con un anno di anticipo. Nella stagione passata è stato comunque fatto un importante cammino in Europa League. Mi aspettavo una chiusura in positivo o comunque in leggerissima perdita. L’anno in corso produrrà sicuramente una perdita più importante, a prescindere dall’esito sportivo. Si contraggono ulteriormente i ricavi (non ci saranno diritti e ricavi da gare UEFA) e se non avremo uno sponsor diminuiranno ancora di più i ricavi pubblicitari”.
Ultima domanda: leggendo questi dati è possibile immaginare se al trenta settembre la Lazio avrà superato i suoi problemi e potrà tornare a muoversi sul mercato?
“E’ impossibile rispondere a questa domanda. Bisogna aspettare i dati al trenta settembre. Una cosa però è certa: il fatturato comprende già abbonamenti e entrate delle prime due partite quindi considerando anche l’incasso del derby, uno spiraglio c’è… ma prevedere qualcosa è da lettura fondi di caffè”.