Il centrocampista romano regala a tempo abbondantemente scaduto il rocambolesco pareggio ottenuto in un finale al cardiopalma, che permette alla Lazio di non tornare a vedere gli incubi di una stagione già molto complicata
La vittoria di Genova aveva forse illuso che il periodo negativo fosse oramai dietro le spalle. Contro i rossoblù era stato fondamentale rialzare immediatamente la testa soprattutto per metabolizzare al meglio la comunque bruciante sconfitta nel derby, ecco perchè la gara contro il Torino rappresentava un viatico perfetto per ottenere una seconda vittoria consecutiva, che avrebbe traghettato al meglio tutto l’ambiente biancoceleste nella seconda sosta stagionale che lascia spazio alle varie nazionali.

Un pareggio pazzesco, incredibile, alla fine di una partita altrettanto pazza che aveva visto la Lazio andare in svantaggio dopo pochi minuti, per poi ribaltarla prima della fine del primo tempo grazie a due perle in contropiede di Cancellieri. Per poi subire a sua volta la rimonta di un Torino mai domo e trovarsi in svantaggio a pochi secondi dalla fine dei minuti di recupero. Prima di avere però la forza di andare a prendersi un calcio di rigore realizzato da un glaciale Danilo Cataldi, almeno per permettersi di continuare a respirare.
Resta una stagione complicata
Le assenze invece di diminuire sono anche aumentate, la formazione schierata da mister Sarri è stata ancora più sorprendente di quella messa in campo a Genova. Il ritorno di Baroni all’Olimpico, la contestazione della curva biancoceleste con lo sciopero del tifo per i primi 15 minuti contro una gestione che sembra oramai anni luce lontana dalla gente e soprattutto sembra aver perso di vista la realtà di quello che è accaduto in estate e sta ancora accadendo. Uno svantaggio iniziale contro un Torino ben disposto e soprattutto ben messo in campo, Cancellieri che si trasforma in…Robben e finalizza due straordinari contropiedi. Un’illusione che sembra svanire quando la Lazio crolla fisicamente nel finale anche per una panchina non corta, di più, prima che Noslin estragga un coniglio dal cilindro riuscendo a guadagnare un rigore gigantesco, assegnato però soltanto dopo un tempo supplementare giocato al Var.

Poi Cataldi spiazza il portiere avversario e chiude un pomeriggio romanzesco, un pomeriggio da Lazio! Questa in estrema sintesi la gara tra Lazio e Torino che lascia indubbiamente tanto rammarico, ma che fa gridare anche allo scampato pericolo di una nuova sconfitta casalinga che avrebbe aperto scenari tremendi. In quasi due ore di gara, oltre ovviamente ai due gol di Mattia Cancellieri, spicca la prova da grande laziale di Danilo Cataldi, tornato capitano dal primo minuto dopo oltre un anno e mezzo, che ha firmato dal dischetto un pareggio fondamentale.
Un gol che vale più un record
A volte la vita regala storie davvero particolari. Proprio contro il Torino, il 15 gennaio 2015, un giovanissimo Cataldi fece il suo esordio in Serie A con l’aquila sul petto. Dieci anni dopo lo stesso avversario sigilla un nuovo capitolo della sua carriera, firmando le 250 presenze con la maglia della Lazio e avvicinando la top ten all Time nella storia del club. La gara contro i granata è stata quindi la presenza numero 251, un passo che lo avvicina a un primato storico, mancano infatti soltanto dieci lunghezze da Alessandro Nesta, ex difensore e capitano biancoceleste, che detiene il record di presenze per un giocatore romano nella storia della Lazio.

Un traguardo che sembra ormai a portata di mano e che proietterebbe Cataldi nell’Olimpo delle bandiere del club. E pensare che tutto sembrava finito quando, quasi in chiusura di mercato, lo scorso anno, Danilo fu “costretto” ad andare a Firenze. “Non ho rivincita con la Lazio. Ci sono stati momenti, l’anno scorso, in cui doveva andare così. Diciamo così. Forse ha fatto bene a entrambe. La mia storia con la Lazio è un tira e molla: sono contento di essere tornato a difendere i miei colori“, ha detto Danilo in conferenza stampa dopo la gara. 10 minuti di controllo Var per decretare un rigore sacrosanto, quel pallone sul dischetto pesava una tonnellata, tutta la differenza tra il baratro e mantenere ancora la testa sopra la linea di galleggiamento. “È una responsabilità che è giusto prendersi in momenti così ed è andata bene. Non sto attento a cose individuali, lo dico in maniera serena. Mi sentivo di tirarlo ed è andata bene”, così ha poi spiegato. Un rigore che è diventato poi il gol più tardivo della storia della Lazio in serie A. Minuto 102 e 36 secondi. Cataldi non segnava con l’aquila sul petto dal 22 febbraio del 2024, 20 mesi fa, sempre contro il Torino. Si è vero la storia a volta fa davvero giri strani.