Lotito ribadisce vecchi concetti e nuove convinzioni: ma con le sue parole e i suoi attacchi, non fa altro che dare ragione a chi lo contesta
“La società è sempre stata sul mercato. Qualora ci sarà necessità di fare interventi, li faremo. Non ci sono problemi, gli scienziati che parlano si documentassero e capissero”. Lotito, nel pre partita di Lazio-Torino, torna alla carica. Il patron biancoceleste, invitato ad andarsene ed insultato dallo stadio Olimpico per quasi novanta minuti, non ha nessuna intenzione di farsi da parte. Così come aveva fatto nel corso della conferenza stampa di presentazione di Sarri, (l’ultima volta che si era presentato ai microfoni), non si è sentito in divere di scusarsi con nessuno per gli errori commessi e che hanno portato al blocco del mercato.

Anzi, ha attaccato chi ha punito il club, la comunicazione, il mondo dell’informazione, ed ha mostrato la solita spavalderia. Nessun atteggiamento diplomatico; nessuna parola conciliante. Lotito ha attaccato tutti, cominciando dalla Figc, mai citata direttamente, ma alla quale si è riferito in maniera chiara: “Ingiustamente abbiamo subìto il blocco del mercato, è sotto gli occhi di tutti. La norma è stata interpretata in maniera anomala. Sono stati scaricati dei costi visto che sarebbe stata abolita al primo luglio. Ci hanno bloccato totalmente sulla base di un indice di stupidità”.
Lotito: “La Lazio non rischia il fallimento”. Ma i tifosi non sono preoccupati per questo
Il fatto che la Lazio sia stato l’unico club che sia incorso in questo blocco, l’unico che abbia pensato che la norma andasse interpretata in modo diverso, resta evidentemente, un fattore poco importante per il patron biancoceleste. “Essendo coscienti dell’abolizione abbiamo ritenuto di scaricare alcuni costi entro il 31 marzo, costi che potevano slittare successivamente. Quando ho posto il problema mi hanno detto che non c’era problema perché potevamo vendere e comprare, poi però hanno deciso di bloccare tutto”.

Lotito ha preferito ribadire un vecchio slogan: “La Lazio non rischia il fallimento”. Un concetto chiaro, ma probabilmente inutile da ribadire: nessuno pensa che il club possa fallire. La stragrande maggioranza dei tifosi teme invece che diventi sempre meno competitivo alla luce degli investimenti fatti da altri club. “Abbiamo oltre 300 milioni di patrimonio immobiliare senza stadio e 300 di giocatori. Rischi di fallimento non ce ne sono, idem per il pagamento dei giocatori. È stata interpretata la norma in modo anomalo. La Lazio dall’Uefa non ha mai ricevuto alcuna chiamata, a differenza di altri”.
Il mercato di gennaio a costo zero? Se fosse così, la Lazio avrebbe buttato quattro mesi
Poi si arriva al punto cruciale: il mercato. La Lazio lo potrà fare a gennaio oppure no? E soprattutto, sarà libera da vincoli? “Qualcuno parla di 70 o 80% (del costo del lavoro allargato, ndr). L’indice è l’80%, non lo dico io ma la norma. Chiunque si trovi in questa situazione può vendere e comprare allo stesso prezzo. A gennaio si fa se c’è volontà di farlo, non ci sono elementi tecnici che impediscono di fare mercato”. La traduzione è piuttosto chiara: con queste parole, ribadendo la possibilità di vendere e comprare allo stesso prezzo, Lotito fa capire che la Lazio si troverà ancora una volta nelle condizioni di fare mercato a costo zero. Il club ha provato a sbloccarlo totalmente e solo il tempo (e la nuova Commissione che sostituirà la Covisoc) ci diranno se ci sarà riuscito.

Ma le parole del presidente biancoceleste sembrano piuttosto chiare: il patron ha fatto intuire che il mercato di gennaio potrà essere effettuato a saldo zero, facendo corrispondere a ogni entrata un’uscita dello stesso valore economico. Non certo una soluzione drastica ai problemi. La Lazio, venuta a conoscenza lo scorso maggio della situazione, ha avuto quattro mesi di tempo per risolvere i problemi. Per quale ragione non ci è riuscita nella sua totalità? In tutto questo tempo Lotito non ha chiuso nessun contratto di sponsorizzazione (anche se venisse annunciato adesso, sarebbe fuori tempo massimo, visto che la fotografia della situazione finanziaria del club verrà fatta prendendo in esame i conti allo scorso trenta settembre); non ha ceduto nessuno (scelta giustificata dall’impossibilità di sostituire i partenti), non ha aumentato il fatturato (diminuito del 25% secondo l’ultimo bilancio) e non ha ridotto le spese.
Lotito sbraita, attacca, punge stampa, comunicazione e tifosi: regala le sue verità, ma alla fine non fa altro che confermare i problemi che hanno portato i laziali a voltargli le spalle: quando esalta il fatto che il club non sta fallendo, non si rende conto che con quelle parole non rassicura nessuno: la protesta non nasce dalla preoccupazione per un prossimo fallimento; ma per il ridimensionamento delle ambizioni, dei risultati (due settimi posti consecutivi negli ultimi due anni, coincisi con la mancata qualificazione alle competizioni internazionali), la mancanza di vittorie di prestigio (l’ultimo trofeo alzato risale al dicembre del 2019) e la sensazione di essere sempre meno competitivi rispetto alle rivali. Una certezza che da tempo accompagna i tifosi, addetti ai lavori e tutti quelli che vogliono bene a questi colori.