Lazio-Hellas Verona, Marcos Antonio esordio soft del regista dai piedi di piuma

Vittoria doveva essere e vittoria è stata per la Lazio nel sesto turno di campionato. I biancocelesti hanno avuto sia la pazienza sia la lucidità di venire a capo di un avversario ostico e con due gol nella ripresa di Immobile e Luis Alberto, hanno liquidato la squadra di Cioffi, mantenendo la porta inviolata.

A menare le danze Marcos Antonio, il talento di Poções arrivato in estate dallo Shakhtar Donetsk per circa otto milioni di euro. Il brasiliano, 22 anni compiuti lo scorso 13 giugno, vanta un’esperienza internazionale importante, nonostante la giovane età ha già collezionato 10 presenze in Europa League e 16 in Champions, inclusi quattro mach di qualificazione.

Lazio-Hellas Verona: l'esordio “soft” del regista dai piedi di piuma
Marcos Antonio

Non proprio uno sprovveduto, arrivato a Roma col delicato compito di raccogliere l’eredità di Lucas Leiva. In realtà però il ragazzo cresciuto nel Club Athletico Paranaense, negli anni in Ucraina si è mosso da mezzala in un centrocampo a tre e da interno nel 4-2-3-1, anche nell’ultima stagione sotto la guida di Roberto De Zerbi.

Proprio l’ex tecnico di Foggia e Sassuolo ha spinto il ds Igli Tare e il tecnico Maurizio Sarri a puntare sul centrocampista, nonostante i dubbi legati alla scarsa fisicità del ragazzo, alto 1,66 mt e dalla struttura decisamente debole.

La prima Lazio guidata da Marcos Antonio: attenzione e niente ricami

Marcos Antonio è arrivato alla sua prima gara da titolare in biancoceleste dopo un inizio a strappi. Prima dei 65 minuti disputati ieri, per lui solo panchina all’Olimpico alla prima giornata col Bologna e alla quinta col Napoli; 28 minuti a Torino contro i granata, sei giri di lancette con l’Inter, quindi 18′ a Marassi contro la Sampdoria.

Lazio-Hellas Verona: l'esordio “soft” del regista dai piedi di piuma
Maurizio Sarri

Proprio la prestazione contro i blucerchiati aveva fatto agitare i supporter capitolini. L’azione che aveva portato all’1-1 definitivo firmato Gabbiadini, nasce da una palla “non consolidata”, Sarri dixit, dal “mini” sudamericano che per la fretta di verticalizzare aveva servito un brutto pallone a Cancellieri, anche lui già proiettato in avanti.
Il numero 6 però non si è perso d’animo, ha accettato anche la panchina in Europa League giovedì scorso contro il Feyenoord, studiando per la prima all’Olimpico.

Contro l’Hellas la difficoltà ulteriore era rappresentata dalla strategia tattica degli scaligeri. Il tecnico Cioffi ha incollato Lazovic al brasiliano, con il compito preciso di soffocarlo. Il rendimento del regista è cresciuto col passare dei minuti, puntando molto sullo smarcamento e facendo girare la palla il più velocemente possibile. Se l’ex Estoril Praia paga dazio in termini di muscoli, la tecnica individuale e la rapidità di pensiero sono armi che certamente Sarri gradisce e che lo aiuteranno a disegnarsi un ruolo con la maglia di Piazza della Libertà. Ultimo elemento a suo favore, l’umiltà con la quale si pone in campo e con i compagni. Sempre sorridente, Marcos Antonio ieri ha evitato ogni tocco inutile, qualsiasi ricamo superfluo, cercando l’essenziale senza mai mettere in difficoltà la retroguardia.

“Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette”, cantava De Gregori. Ai tifosi il compito di aspettarlo e sostenerlo.