Squalifica Sarri, nuovo affondo della Gazzetta: “graziato” | Ma graziato di cosa

Termina con delle ‘punizioni’ lievi la doppia querelle legata a Maurizio Sarri. Il comandante se la cava con poco e la Gazzetta dello sport, ancora una volta, non ci sta.

E’ capitato di nuovo. Ormai possiamo parlare di un’antipatica consuetudine. Ancora una volta un quotidiano nazionale, che poi è sempre lo stesso, non perde l’occasione di colpire la Lazio.

Termina con delle 'punizioni' lievi la doppia querelle legata a Maurizio Sarri. Il comandante se la cava con poco e la Gazzetta dello sport, ancora una volta, non ci sta.
Maurizio Sarri

Accade stamani, accade sulla Gazzetta dello sport. Argomento Sarri e le decisioni di Figc e giudice sportivo: nella giornata di ieri sono state analizzate e giudicate le “bravate” del tecnico biancoceleste. E cioè le dichiarazioni post Lazio-Napoli e il dito medio galeotto mostrato durante la sfida casalinga contro il Verona.

Dunque, uno sfogo, duro, al termine di una gara tirata (in cui, tra le altre cose, non è stato concesso un rigore solare ai danni di Lazzari) e un gesto, certamente non bello, equivalente a un vaffa, vocabolo inflazionato che in certi momenti diventa, addirittura, sacrosanto per alleggerire la tensione. Chi non l’ha mai pronunciato scagli la prima pietra. Comunque, gli organi competenti hanno deliberato. Nessuna multa per l’allenatore dal sangue bello caldo, ma un’ammonizione con diffida come conseguenza della parolaccia mimata. Mentre per le frasi del post Napoli ammenda di 4000 euro, altrettanti ne dovrà pagare la società.

Decisioni giudice sportivo e Figc, Sarri salvo: la Gazzetta non ci sta

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Gabriele Cioffi e Maurizio Sarri

A qualcuno tutto ciò non è andato giù e oggi alla Lazio, come si suol dire, gli hanno dato giù. La Gazzetta dello sport, ribadisco quotidiano nazionale, titola: GRAZIATO, con la foto del comandante e il commento “mano leggera di Figc e giudice”.

Ma graziato “de che”? Il pensiero è sorto spontaneo (scusate l’espressione un po’ romanaccia), e credo che sia stata la reazione condivisa da tutti i laziali.
Roba da rimanere spiazzati. Anche se non è la prima volta che la rosea, scientificamente, mena duro, risulta difficile abituarsi. Un quotidiano (ancor più se è storicamente il più importante in Italia per ciò che riguarda lo sport) dovrebbe raccontare i fatti e commentarli con equidistanza. Non dovrebbe invece schierarsi, fare il tifo contro, quasi sbeffeggiare quello che sembra essere diventato il nemico pubblico numero 1.
Che poi una cosa è chiara: il nemico non è la Lazio, bensì chi la guida. Le beghe non nascono da questioni sportive, quello è solo lo spunto. L’origine di tutto è da ricercarsi nella politica. E allora si potrebbe andare avanti con tutta una serie di discorsi, riflessioni, altri giornali agguerriti (non sportivi) ecc ecc. Ma diventerebbe noioso, magari pure un po’ pericoloso…

Tornando allo sport e all’articolo della Gazza, leggendolo tutto si evince, ad onor del vero, che l’intento dell’autore non era quello di voler colpire la Lazio. E questo lascia ancora più perplessi. Perchè si sa: nei quotidiani, il giornalista che scrive l’articolo propone un titolo che in alcune occasioni viene modificato da qualcuno un po’ più in alto. E con la rosea, quando si tratta di Lazio, questo vizietto è cosa nota…